Cosa andare a vedere alla Fenice
Don Carlo di Giuseppe Verdi inaugurerà la Stagione Lirica e Balletto 2019-2020: la partitura verdiana torna sul palcoscenico del Teatro La Fenice ventotto anni dopo la sua ultima rappresentazione. Dramma lirico su libretto di François-Joseph Méry e Camille Du Locle, Don Carlo sarà proposto nella versione in quattro atti tradotta in italiano da Achille De Lauzières e Angelo Zanardini, presentata per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 10 gennaio 1884. Robert Carsen tornerà a quindici anni esatti dal debutto della Traviata che inaugurò la Fenice ricostruita, quale regista della prima italiana dell’allestimento realizzato dall’Opéra National du Rhin di Strasburgo e dall’Aalto-Theater di Essen. Della parte musicale sarà responsabile Myung- Whun Chung, alla testa dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice e di un cast nell’ambito del quale si attendono tre prestigiosi debutti: quello del tenore Piero Pretti nel ruolo eponimo, quello di Alex Esposito nel ruolo del basso Filippo II, e quello del baritono Julian Kim nel ruolo del marchese di Posa. Il soprano Maria Agresta vestirà i panni della protagonista femminile, la regina Elisabetta di Valois. Lo spettacolo – sostenuto, come da tradizione in occasione dell’apertura della Stagione, dal Freundeskreis des Teatro La Fenice – sarà in scena il 24, 27, 30 novembre, 3 e 7 dicembre 2019.
Nel periodo prenatalizio, il palcoscenico del Teatro Malibran ospiterà Pinocchio del compositore vicentino Pierangelo Valtinoni. L’opera, composta su libretto di Paolo Madron dalle Avventure di Pinocchio di Carlo Collodi, dal 2001 ad oggi ha conquistato il pubblico degli appassionati di musica contemporanea così come quello dei più giovani in moltissimi Paesi in tutto il mondo. In Fenice verrà proposta nella versione in due atti del 2006, in italiano, e in un nuovo allestimento firmato dal regista Gianmaria Aliverta con la direzione musicale di Enrico Calesso. Nel cast, saranno impegnati per le parti principali il soprano Silvia Frigato nel ruolo di Pinocchio e il baritono Omar Montanari in quello di Geppetto. Dieci, in totale, le recite previste: cinque per il pubblico, il 13, 15, 17, 19 e 21 dicembre 2019; cinque per le scuole, l’11, 12, 13, 14 e 15 marzo 2020.
A gennaio A Hand of Bridge di Samuel Barber e Il castello del principe Barbablù (A kékszakállú herceg vára) di Béla Bartók saranno in scena in un nuovo allestimento con la regia di Fabio Ceresa e la direzione musicale di Diego Matheuz, con la partecipazione del soprano Aušrinė Stundytė e del basso-baritono Gidon Saks. A Hand of Bridge è un’opera in un atto su libretto di Gian Carlo Menotti, presentata per la prima volta al Festival dei due mondi di Spoleto nel 1959. È probabilmente l’opera più breve finora allestita in un palcoscenico lirico: dura infatti solo nove minuti, il tempo di una mano di bridge ‘cantata’ da due coppie di interpreti. L’atto unico Il castello del principe Barbablù, il cui libretto, firmato dal poeta Béla Balázs, è basato sul personaggio narrato in La Barbe Bleue (1697) di Charles Perrault e nel dramma Ariane et Barbe Bleue (1901) di Maurice Maeterlinck. Dopo averlo musicato nel 1911, per partecipare a un concorso indetto dal Ministero per le Belle Arti di Budapest, Bartók poté vederlo finalmente debuttare al Teatro dell’Opera di Budapest nel 1918. Il dittico – di grande interesse non solo perché A Hand of Brigde è una assoluta novità per il pubblico della Fenice, ma anche perché scostandosi dalla tradizione, il capolavoro di Bartók sarà abbinato a una commedia, invece che a una tragedia – sarà in scena al Teatro La Fenice il 17, 19, 21, 23 e 25 gennaio 2020.
Alessandra Ferri e l’Hamburg Ballett saranno gli interpreti di Duse, fantasia coreografica di John Neumeier – responsabile di coreografia, scene, costumi e light design – ispirata alla figura di Eleonora Duse. Basato su musiche di Benjamin Britten e Arvo Pärt, lo spettacolo del danzatore e coreografo statunitense trae spunto da alcuni momenti della vita della ‘divina’: rifiutando qualsiasi approccio documentario, Neumeier rende evidente, coreograficamente, l’essenza della personalità, unica, dell’eccezionale interprete che, alla fine dell’Ottocento, fu capace di rivoluzionare gli schemi del teatro di prosa. Dopo il debutto nel 2016 ad Amburgo, Duse ha avuto moltissime repliche in tutta la Germania: quella al Teatro La Fenice – nei giorni 5, 6, 7, 8 e 9 febbraio 2020 – sarà la prima rappresentazione italiana.
Dalla cosiddetta ‘trilogia popolare’ di Giuseppe Verdi, il palcoscenico feniceo ospiterà Rigoletto, il melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave dal dramma Le Roi s’amuse di Victor Hugo, che debuttò proprio al Teatro La Fenice di Venezia, l’11 marzo 1851. Questo amatissimo titolo del grande repertorio giunge per la prima volta in laguna nell’allestimento che Damiano Michieletto realizzò nel 2017 per l’Opera Nazionale di Amsterdam. In questa suggestiva messinscena, il regista veneziano, coadiuvato dallo scenografo Paolo Fantin e dal costumista Agostino Cavalca, ambienta la tragica azione in un manicomio, dove il protagonista è stato rinchiuso dopo essere impazzito di dolore per aver involontariamente provocato la morte della figlia. Protagonista di questa particolare rilettura drammaturgica sarà il baritono Luca Salsi, che sarà affiancato da Claudia Pavone nelle vesti di Gilda e da Ivan Ayon Rivas in quelle del duca di Mantova: sul podio uno specialista del repertorio quale è Daniele Callegari. Lo spettacolo sarà in scena al Teatro La Fenice il 23, 26, 29 aprile, 2, 6, 8, 19, 21, 23, 27, 29 e 31 maggio 2020.
Il nuovo allestimento di Farnace aggiungerà un nuovo, prezioso tassello nell’affascinante percorso di riscoperta del Vivaldi operistico. In continuità con Orlando furioso (2018) e Dorilla in Tempe (2019), la Fenice proporrà un’inedita messinscena del titolo vivaldiano firmata dal regista Christophe Gayral. La parte musicale sarà affidata ancora una volta all’autorevolezza di Diego Fasolis, direttore d’orchestra tra i massimi esperti della musica di Antonio Vivaldi, mentre nel cast spiccheranno le voci di Carlo Vistoli, Sonia Prina e Lucia Cirillo. Dramma per musica in tre atti su libretto di Antonio Maria Lucchini, Farnace si può collocare nell’ambito della stessa fase creativa cui appartiene la Dorilla: debuttò infatti al Teatro Sant’Angelo di Venezia, nel corso della medesima stagione teatrale, il 10 febbraio 1727. Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Malibran nei giorni 30 aprile, 3, 5, 7, 9 maggio 2020.
Riconosciuto caposaldo del teatro lirico francese, Faust di Charles Gounod andrà in scena in un nuovo allestimento con la regia di Joan Anton Rechi, prodotto dalla Fenice in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna. La messinscena di questo titolo – che mancava in Fenice dal 1993 – segnerà anche il ritorno in laguna della prestigiosa bacchetta di Frédéric Chaslin, che tornerà a dirigere in Fenice a quattordici anni dalla sua ultima apparizione (era il 2005, quando diresse La Juive). Nel cast, il tenore Antonio Poli, il soprano Carmela Remigio e il basso Alex Esposito. Opera in cinque atti su libretto di Jules Barbier e Michel Carré, dall’omonimo poema di Johann Wolfgang con Goethe, Faust debuttò al Théâtre Lyrique di Parigi il 19 marzo 1859, con dialoghi parlati; dopo diverse riprese nei teatri francesi e europei – e varie revisioni della partitura – fu finalmente applaudito all’Opéra di Parigi il 3 marzo 1869, dove fu presentato in una nuova versione che comprendeva l’aggiunta del balletto e dei couplets della serenata di Mefistofele nel quarto atto. Le cinque recite al Teatro La Fenice avranno luogo nei giorni 22, 24, 26, 28 e 30 maggio 2020.
Nel mese di giugno, la Fenice omaggerà Pier Luigi Pizzi proponendo lo storico allestimento di Rinaldo di Georg Friedrich Händel ideato da Pier Luigi Pizzi nel 1985 per il Teatro Municipale di Reggio Emilia, ricostruito grazie alla collaborazione della Fenice con il Teatro dell’Opera di Firenze. Tra le pagine più rappresentative e ‘spettacolari’ dell’opera barocca settecentesca, Rinaldo sarà proposto con la direzione musicale di Andrea Marcon, che guiderà un cast vocale di prim’ordine con protagonista Teresa Iervolino e Carmela Remigio nel ruolo di Armida. Dramma per musica in tre atti su libretto di Giacomo Rossi, liberamente tratto dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, Rinaldo è la prima opera composta da Händel per il pubblico londinese – debuttò al Queen’s Theatre il 24 febbraio 1711 – e anche il primo melodramma in italiano realizzato per un teatro inglese. Sarà in scena al Teatro La Fenice, a trentuno anni dall’ultima rappresentazione, il 19, 21, 25, 27 giugno, 1 e 3 luglio 2020.
Assente da quarantotto anni dal cartellone feniceo, Roberto Devereux torna in scena in un nuovo allestimento della Fenice realizzato in coproduzione con il Teatro Carlo Felice di Genova e il Teatro Regio di Parma, per la regia di Alfonso Antoniozzi. Tragedia lirica in tre atti su libretto di Salvadore Cammarano da Elisabeth d’Angleterre di Jacques Ancelot, Roberto Devereux è tra le opere più importanti e di maggiore successo di Gaetano Donizetti. Debuttò al Teatro San Carlo di Napoli il 28 ottobre 1837, chiudendo la fortunata trilogia di opere del bergamasco ispirate alle regine di Tudor, dopo Anna Bolena (1830) e Maria Stuarda (1835). La direzione d’orchestra sarà di Riccardo Frizza, mentre è attesissimo, per questa produzione, il ritorno in Fenice del soprano Roberta Mantegna, che incarnerà la regina Elisabetta accanto al tenore Enea Scala impegnato nel ruolo eponimo e al baritono Alessandro Luongo interprete del duca di Nottingham. Le recite saranno cinque: il 26, 28, 30 giugno, 2 e 4 luglio 2020.
Parodistico, meta-teatrale e divertentissimo si prospetta il dittico composto da Prima la musica e poi le parole di Antonio Salieri e Der Schauspieldirektor (L’impresario teatrale) di Wolfgang Amadeus Mozart, che andrà in scena per la prima volta al Malibran – ma nessuno dei due titoli era mai stato messo in scena prima d’ora nei palcoscenici veneziani – in un nuovo allestimento realizzato dalla Fondazione Teatro La Fenice nell’ambito dell’ormai collaudata collaborazione con l’Accademia di Belle Arti, con la regia di Italo Nunziata e la direzione musicale di Federico Maria Sardelli. I due atti unici – su libretto in italiano di Giovanni Battista Casti il primo, in tedesco di Johann Gottlieb Stephanie il secondo – debuttarono in ‘dittico’, il 7 febbraio 1786, nel castello di Schönbrunn, su commissione dell’imperatore Giuseppe II: ricchi di allusioni e riferimenti più o meno espliciti, entrambi i lavori inscenano i preparativi per l’allestimento di un’opera, con tutti i litigi, le gelosie, i capricci e gli inconvenienti tipici di una impresa lirica della seconda metà del Settecento. Lo spettacolo sarà in scena il 9, 11, 15, 17 e 20 ottobre 2020.
Durante il periodo del Carnevale di Venezia, si rinnoverà l’appuntamento con Opera Giovani, il progetto realizzato dalla Fenice in collaborazione con il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia pensato per il pubblico delle scuole, delle famiglie e delle nuove generazioni. Due i titoli proposti al Teatro Malibran nell’ambito della rassegna: La serva padrona di Giovanni Battista Pergolesi (13, 14 e 15 febbraio 2020) è considerata la madre del teatro comico in musica. Debuttò il 28 agosto 1733 al Teatro San Bartolomeo di Napoli nella forma di due intermezzi, composti su libretto di Gennarantonio Federico. Lo spassoso soggetto – la serva furba intraprendente che riesce a farsi sposare dal ricco scapolo – era già apparso in opere precedenti, tra le quali il Pimpinone di Tomaso Albinoni, ascoltato quest’anno nell’ambito di un programma di riscoperta e valorizzazione dell’opera del compositore veneziano avviato dalla Fenice nella Stagione 2017-2018. Ed è proprio nel contesto di questo stesso programma che si inserisce il secondo titolo di Opera Giovani: dopo Il regno della luna, La Statira e, appunto, Pimpinone, quest’anno toccherà alla rarissima Engelberta, l’opera di Albinoni su libretto di Apostolo Zeno e Pietro Pariati, composta per Venezia nel 1709, che andrà in scena per la prima volta in tempi moderni (26, 27 e 28 marzo 2020).
La traviata, L’elisir d’amore, Carmen, Aida, Il trovatore, Il barbiere di Siviglia e La cambiale di matrimonio sono i titoli dei grandi ‘classici’ che verranno ripresi nel corso della Stagione e riproposti negli allestimenti targati Fenice diventati ormai un must della programmazione artistica veneziana. In pieno periodo di Carnevale rivedremo L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti nella felice lettura registica di Bepi Morassi, con la direzione musicale di Jader Bignamini e la partecipazione dell’acclamato tenore Celso Albelo nei panni di Nemorino (15, 16, 18, 19, 20, 21, 22, 23 e 25 febbraio 2020). Wyung-Whun Chung dirigerà Carmen di Georges Bizet nell’allestimento di Calixto Bieito che sarà ripreso grazie alla coproduzione della Fenice con il Teatro Real di Madrid, il Teatro Regio di Torino e il Teatro Massimo di Palermo: eccezionale il cast, che vedrà impegnati nei panni dei due protagonisti il mezzosoprano Varduhi Abrahamyan e il tenore Francesco Meli (25, 26, 27, 28, 29, 31 marzo, 1, 2, 3, 4 e 5 aprile 2020). La traviata di Giuseppe Verdi con la regia di Robert Carsen e le scene e i costumi di Patrick Kinmonth tornerà sul palcoscenico di Campo San Fantin diretta da Stefano Ranzani in due diversi momenti della Stagione (4, 5, 18, 22, 24, 26, 28 e 29 gennaio; 27, 29 agosto, 3, 4, 6, 8, 10, 19, 20, 24, 26 settembre e 2 ottobre 2020). A chiudere la verdiana ‘trilogia popolare’, con Rigoletto e La traviata tornerà in scena anche Il trovatorenello spettacolo con la regia di Lorenzo Mariani e con la direzione di Daniele Callegari (25, 27 settembre, 4, 10 e 13 ottobre 2020). Sull’onda del consenso riscontrato nella Stagione ancora in corso, tornerà in scena, sotto la direzione musicale di Francesco Ivan Ciampa, l’Aida di Mauro Bolognini con le scene di Mario Ceroli e i costumi di Aldo Buti: forte del personale trionfo riscontrato quest’anno, Roberta Mantegna tornerà a interpretare la schiava etiope, al fianco del tenore Piero Pretti, che invece debutterà il ruolo di Radamès (23, 28, 30 agosto 1, 2, 5, 9 e 13 settembre 2020). Dal repertorio rossiniano saranno riproposti infine due allestimenti: Il barbiere di Siviglia con la regia di Bepi Morassi e la direzione musicale di Federico Maria Sardelli (3, 8, 14, 16, 18, 21, 22, 23, 24, 25 e 27 ottobre 2020) e La cambiale di matrimonio nella messinscena firmata dal regista Enzo Dara con la direzione di Alvise Casellati (11, 15, 17 e 20 ottobre 2020).
La musica di Ludwig van Beethoven, nel duecentocinquantesimo anniversario della nascita, sarà uno dei temi portanti della Stagione Sinfonica 2019-2020. Con l’esecuzione della quasi totalità delle sue Sinfonie, la Fantasia corale, l’ouverture Coriolano, Le creature di Prometeo e due Concerti per pianoforte e orchestra, il cartellone dei concerti alla Fenice e al Malibran assicurerà una visione completa dell’opera del maestro di Bonn. Sul podio della Fenice accanto a direttori regolarmente invitati, spiccano alcuni importanti debutti, come quello di Alpesh Chauhan, che inaugurerà il cartellone, cui faranno seguito le prime apparizioni in Fenice di Claus Peter Flor, che proporrà le Sinfonie Italiana e Riforma di Felix Mendelssohn Bartholdy; Daniel Cohen, cui spetteranno la Quarta e la Settima di Beethoven; Hartmut Haenchen – sarà lui a misurarsi con la Nona –; Rudolf Buchbinder, impegnato nella doppia veste di direttore e solista al pianoforte; infine Ton Koopman, che traccerà un filo conduttore tra Beethoven e la musica di Johann Sebastian Bach: altro punto cardinale della nuova Stagione, nel duecentosettantesimo anniversario della morte. Prestigiosi debutti ma anche attesi ritorni. Quello di Myung-Whun Chung, in primis, che si inserisce nel contesto di un progetto pluriennale di rilettura dell’opera di Gustav Mahler: dopo la Quinta ascoltata nel 2017 e Seconda nel 2019, il maestro dirigerà ora la Nona e la Terza Sinfonia. E quelli di Federico Maria Sardelli, anch’esso impegnato in un affondo sull’opera di Beethoven, e Marco Angius che affiancherà alla Pastorale, la Sinfonia Jupiter di Wolfgang Amadeus Mozart e l’Intermezzo per l’Idomeneo di Mozart di Richard Strauss. Non mancherà il tradizionale appuntamento con il Concerto di Natale nella Basilica di San Marco, affidato al Coro della Cappella Marciana guidato da Marco Gemmani; mentre il Coro del Teatro La Fenice diretto da Claudio Marino Moretti eseguirà il Requiem di Alfred Schnittke e il mottetto «Jesu, meine Freude» di Bach. La Staatskapelle Dresden – compagine ospite di questa Stagione – proporrà invece l’Ottava Sinfonia di Antonín Dvořák e la Quarta di Johannes Brahms, sotto la direzione di Myung-Whun
Chung. E ancora Chung dirigerà l’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice nella diciassettesima edizione del Concerto di Capodanno al Teatro La Fenice. Si rinnova infine il progetto «Nuova musica alla Fenice» realizzato grazie al sostegno della Fondazione Amici della Fenice: anche in questa Stagione si presenteranno in prima esecuzione assoluta tre ouverture di giovani compositori. In totale la Stagione Lirica e Balletto 2019-2020 conta oltre centocinquanta recite, dal 24 novembre 2019 al 20 ottobre 2020, con dodici nuove produzioni e otto riprese. In aumento i numeri del cartellone sinfonico, che registra tredici concerti e undici repliche, dal 12 ottobre 2019 al 15 giugno 2020.
I biglietti per la stagione lirica saranno in vendita da giovedì 11 luglio 2019 mentre per la stagione sinfonica da lunedì 22 luglio 2019
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