RECITAL DEL TENORE STEFANO SECCO
giovedì 1 ottobre 2015 - sala del ridotto del Teatro G. Verdi
Recital del tenore Stefano Secco con la partecipazione del mezzosoprano Sarah M. Punga, accompagnati al pianoforte dal Mo Adele d’Aronzo
Programma
Francesco Paolo Tosti (Romanza), Malia, tenore Stefano Secco
Francesco Paolo Tosti (Romanza), Non t’amo più, tenore Stefano Secco
Giuseppe Verdi da I Lombardi alla prima crociata, Aria di Oronte, La mia letizia infondere, tenore Stefano Secco
Giuseppe Verdi da Don Carlo,“La canzone del velo” della Principessa Eboli, Nel giardin del bello, mezzosoprano Sarah M. Punga
Giuseppe Verdi da I due Foscari, Recitativo aria e cabaletta di Jacopo Foscari, Dal più remoto esiglio, tenore Stefano Secco
GiuseppeVerdi da Il Trovatore, Duetto di Azucena e Manrico, “Mal reggendo….”. mezzosoprano Sarah M. Punga, tenore Stefano Secco
Pietro Mascagni (Serenata), Come col capo sotto l’ala bianca, tenore Stefano Secco
Pietro Mascagni da Cavalleria Rusticana, Aria di Santuzza, Voi lo sapete o mamma, mezzosoprano Sarah M. Punga
Francesco Paolo Tosti (Canzone), L’ultima canzone, tenore Stefano Secco
Giacomo Puccini da Tosca, Romanza di Cavaradossi, E lucevan le stelle, tenore Stefano Secco
Francesco Cilea da Adriana Lecouvreur, Aria della Principessa di Bouillon, Acerba voluttà, mezzosoprano Sarah M. Punga
Georges Bizet da Carmen, Aria di Don Josè, La fleur que tu m’avais jetée, tenore Stefano Secco
Georges Bizet da Carmen, Duetto di Carmen e Don Josè, “C’est toi? C’est moi” Duetto,mezzosoprano Sarah M. Punga, tenore Stefano Secco
Patrizia Ferialdi intervista STEFANO SECCO per IL PICCOLO di Trieste in occasione del Recital “Crescendo” in programma al Ridotto del Teatro Verdi
“E’ uno dei cantanti più tecnicamente preparati attualmente in circolazione. Il suono totalmente ‘avanti’ immascheratissimo, una tecnica respiratoria da manuale e una fonazione sul fiato gli permettono di emettere suoni omogenei in tutta l’estensione, con un registro acuto ricchissimo di armonici….” così dicono di lui nelle entusiastiche recensioni postate sul web, ma i commenti positivi si possono leggere pure sulla carta stampata, a voler citare il giudizio espresso da Paolo Isotta, autorevole critico del Corriere della Sera, che di lui scrive : “ è autentica voce italiana e sarà il migliore tenore lirico nei prossimi anni”.
Un giudizio preannunciato e condiviso anche dai melomani triestini, che lo hanno premiato come miglior tenore della stagione lirica 2011 per la ragguardevole prestazione offerta nella ripresa de “I Due Foscari”, allestita con grande successo di pubblico e critica dopo un’assenza durata quasi trent’anni. Stiamo parlando di Stefano Secco, figura di spicco nel panorama tenorile internazionale, domani sera a Trieste per un recital – organizzato dalla Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste in collaborazione con l’Associazione Triestina Amici della Lirica “G.Viozzi” – che si terrà nella Sala Victor De Sabata, Ridotto del Teatro Verdi , con inizio alle ore 20. Al concerto, che si avvarrà dell’apporto pianistico di Adele D’Aronzo, prenderà parte anche il mezzosoprano Sarah M. Punga, nota al pubblico di Trieste per aver cantato, giovanissima, il ruolo di Olga nell’”Evgenij Onegin” del 1995/96 alla Sala Tripcovich, per il quale è stata poi premiata dagli Amici della Lirica come migliore giovane interprete.
Si potranno ascoltare arie romanze e duetti, da Tosti a Mascagni, da Verdi a Puccini, in un “Crescendo” di emozioni musicali che approderà nelle note passionali della Carmen di Bizet. “Ho scelto di intitolare così questo programma – spiega Secco – perché chiaramente suonava bene musicalmente ma anche perché è il titolo del mio primo CD che uscirà a Natale (per la casa discografica Delos Records e con la direzione del Mo. Orbelian, ndr.), in cui, attraverso sedici brani, ho potuto affrontare un excursus musicale proprio come un crescendo di studio e di maturità vocale.”
- Quindi, nel suo repertorio, non solo opera ma anche liederistica e romanze da salotto…
- “Certamente. In verità non ho mai affrontato la liederistica tedesca ma ho inciso, per la Naxos, diversa musica da camera di Tosti Mascagni e Puccini. E’ un genere che sento molto vicino per la dimensione di intimità che sa creare, c’è bisogno anche di cantare piano, quasi sussurrato, che di solito in teatro, con l’orchestra, non è possibile. E diciamo pure che è anche la dimensione più giusta per cantare col pianoforte, in una sorta di relax vocale e spirituale. “
- Tranne due arie di Tosti all’inizio, la prima parte del programma è tutta dedicata a Verdi…
- “Io amo molto Verdi, perché insegna davvero a cantare. La sua è una scrittura che insiste sulla zona di passaggio, che è molto importante perché va cantata non al massimo della voce e il suono deve essere ben legato… Certo ci sono anche le frasi puntate e accentate ma, nel complesso, ci sono queste grandi frasi legate specialmente nei cantabili che ti aiutano a dosare il fiato soprattutto nella zona di passaggio, appunto”.
- E poi, nella seconda parte, si passa al verismo. Come lo gestisce tecnicamente questo salto interpretativo?
- “La base deve essere sempre il belcanto nel senso di suono appoggiato bene ma qui, poi, va calcata la pronuncia e bisogna andare quasi sul declamato.”
- Lei ha fatto anche repertorio francese. Quali difficoltà incontra il cantante italiano in questo ambito ?
- “Più che altro è uno stile molto diverso, primo per la pronuncia che molte volte e’ nasale e poi c’è molta linearità e la parola è molto meno scandita rispetto al declamato italiano che, nelle opere francesi, praticamente non c’è tranne certi momenti di Carmen che ha delle parti veriste. Se, per esempio, prendiamo la romanza di Don José questa è un esempio di linearità dall’inizio alla fine…e anche l’aria di Romeo è così, fatta di colori e accenti musicali ma niente declamato.”
- Come descriverebbe le caratteristiche della sua voce anche in relazione del repertorio che sta affrontando ?
- “La mia voce dagli inizi a oggi è cambiata moltissimo e non so neanche spiegare veramente cos’è successo….diciamo che in certe zone ha trovato molto sfogo ovvero si è espansa nel settore acuto ma poi anche il centro si è irrobustito per cui direi che, nel complesso, la mia voce è sempre di tenore lirico. E diciamo che quello che cerco tutti i giorni è un suono limpido che si basa sullo squillo e sul timbro piuttosto che su grandi cavità o suoni più prevalenti di petto. In definitiva direi che la mia è una voce all’italiana, limpida chiara e di squillo, distante dalla risonanza alla tedesca, tutta chiusa, o di natura baritonale che non mi appartiene proprio.”
- Quando studia un nuovo personaggio si ispira a qualche grande cantante del passato ?
- “Diciamo che sento un po’ tutto quello che è successo… di solito ascolto molto Caruso che ha inciso tanto ma anche tutti gli altri, come Corelli Pavarotti e Domingo. Oggi su You Tube si trova tutto…mi piace ascoltare, spartito alla mano, tanti tenori nella stessa romanza perché ognuno ha qualcosa da suggerire, percio’ se mi interessa qualcosa me lo segno e poi cerco di riprodurlo.”
- C’è un ruolo a cui si sente più legato ?
- “ Rodolfo nella Bohème, perché è stato il primo grande ruolo in assoluto, debuttato Parma.”
- Nell’economia di uno spettacolo, quanto conta l’interpretazione scenica e l’apporto registico?
- “Direi che conta tanto e il regista è fondamentale sia per le indicazioni sulla posizione da tenere in palco sia perché molte volte ti fa cogliere e capire qualche intenzione che ti è sfuggita ed è, invece, molto interessante da piazzare nell’opera. Purtroppo però lo stravolgimento registico è diventato una moda, e qui la cosa diventa una forzatura : la maggior parte dei registi cerca di fare cose che facciano scalpore, che non passino inosservate anche in senso negativo, hanno paura di fare una regia che fila via dritta, dove puoi ascoltare le voci e apprezzare la messinscena nel complesso. Ho incontrato registi che hanno stravolto testo e temperie psicologica dell’opera, ricostruendo uno spettacolo alla fine del tutto campato in aria.”
- Ha un ruolo che è ancora rimasto nel cassetto ?
- “Sicuramente Manrico del Trovatore, è un ruolo che non ho mai eseguito e che debuttero’ a Graz tra un paio d’anni. Intanto nel concerto di Trieste ho inserito il duetto con Azucena del secondo atto.”
- Oltre a cantare lei si è pure diplomato in percussioni al Conservatorio sotto la guida di Tullio De Piscopo, come mai questa scelta?
- “E’ presto detto. In casa sono cresciuto con mio padre che ascoltava lirica e mio fratello, che da sempre suona la chitarra pop, tutti gli altri generi. A sedici anni, dopo gli studi di pianoforte, mi è scoppiata la passione per i ritmi e ho avuto la fortuna di incontrare Tullio De Piscopo che, per me, è stato fondamentale. Prima sarei stato troppo timido per salire su un palcoscenico invece, grazie a lui che mi ha trasmesso questa voglia di fare, ho potuto realizzare la mia grande passione, ovvero prima il ritmo e poi il canto. Inoltre è stato una guida anche umanamente.”
- Cosa prova nel ritornare a Trieste a distanza di quasi cinque anni dal successo de “I DueFoscari”i ?
“ Sono davvero felicissimo! I Foscari hanno rappresentato una tappa importantissima nella mia carriera perché per me era il debutto nel ruolo di Jacopo, una parte che mi interessava moltissimo da sempre. Ricordo che, da bambino, ascoltavo un cd Decca di brani inediti cantati da Pavarotti con la direzione di Abbado in cui c’era proprio l’aria di Jacopo Foscari, anche se con un’altra cabaletta, e ricordo che mi colpi’così tanto da avercela sempre in testa. Così, quando mi hanno chiesto se volevo fare i Foscari a Trieste, ero così contento che ho studiato la parte in quattro e quattr’otto. E poi ho anche il bellissimo ricordo di esser risultato il miglior cantante della stagione lirica.”
Il concerto di Stefano Secco e Sarah M.Punga si preannuncia un evento davvero speciale, ideale preludio all’imminente stagione lirica che si aprirà a fine ottobre col mozartiano “Don Giovanni”.
L’ingresso è a pagamento al prezzo unico di euro 15,00, ridotti €. 10,00 per gli abbonati alla stagione lirica, per i soci dell’Associazione Triestina Amici della Lirica G.Viozzi e i minori di 26 anni. Copie dei CD di Stefano Secco sono in vendita da oggi presso la Libreria Minerva di via San Nicolo’ 20 dove, venerdì mattina, gli artisti aspetteranno i loro fans per una sessione di autografi.
Patrizia Ferialdi
Trieste, 28 settembre 2015
Recensione ponderata del Recital di Stefano Secco al Teatro Verdi di Trieste: speriamo che torni presto! (di Paolo Bullo sul blog “Di tanti pulpiti”)
Era da tempo, tanto tempo, che al Teatro Verdi di Trieste non si svolgeva un recital di canto che, a mio parere, dovrebbe essere un appuntamento fisso (al plurale, perché in una stagione ce ne vorrebbero almeno due o tre) per ogni teatro lirico degno di questo nome. Il recital è una manifestazione che aiuta la divulgazione dell’opera e lo fa senza che la lirica sia svenduta con mezzucci che sviliscono sia la musica sia gli interpreti. Insomma non è un gioco al ribasso, un abbassamento dell’asticella culturale, anzi vanta una tradizione nobilissima e inoltre ha il pregio di costare relativamente poco soprattutto se, come ieri al Ridotto del Teatro Verdi, l’accompagnamento ai cantanti è delegato a quel meraviglioso strumento che è il pianoforte.
E poco importa se – purtroppo – il pubblico non è straripante nonostante i prezzi bassissimi in rapporto alla qualità della proposta, quello che conta è che si sia gettata la prima pietra di una ricostruzione culturale. Certo, ora bisogna suggerire l’iniziativa in altre occasioni, in modo che il pubblico metabolizzi il concerto di canto e lo consideri al pari degli scadenzati appuntamenti operistici.
In questo senso bisogna segnalare l’impegno – ribadito anche ieri sera –del sovrintendente Stefano Pace e dare atto all’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi” di aver ben operato per l’organizzazione.
Il protagonista è stato il tenore Stefano Secco del quale – e mi scuso per l’autocitazione – dopo il debutto a Trieste (2010) avevo definito così la prestazione nella difficile parte di Jacopo Foscari:
Magnifica la prova di Stefano Secco, un tenore relativamente giovane e poco pubblicizzato che sta facendo da qualche anno una bellissima carriera. Voce non strabordante ma educata, solare e omogenea in tutto il registro, Secco è riuscito nella non facile impresa di dare un’identità precisa al figlio del Doge, che come ho già detto è un mollaccione che piagnucola sempre. Nell’interpretazione di ieri sera invece, il personaggio aveva una sua malinconica dignità virile espressa tramite un canto sorvegliato, ricco d’intense mezzevoci e più corposi slanci giovanili (ora, lo vedo anch’io che slancio giovanile corposo fa pensare a una cosa brutta, ma non è quello che intendo io, strasmile).
Direi che è stata la migliore prestazione tenorile che ho sentito a Trieste negli ultimi anni, a meno che non mi dimentichi di qualcuno, anche perché il colore della voce era molto adatto alla parte, il fraseggio esemplare e la recitazione sobria e coinvolgente. Bravo!
E, come tutti i miei happy few sanno, non sono certo uno che si esalta con facilità quando deve recensire uno spettacolo.
Ora, tutto ciò di buono che scrissi cinque anni fa mi sento di riproporlo dopo il recital di ieri sera. Con un valore aggiunto in più e cioè che Secco ha inserito – com’è prassi in queste occasioni – alcune romanze di Francesco Paolo Tosti e le ha cantate assai bene, facendo un bel servizio a questo repertorio che è ingiustamente reietto e spesso guardato con sufficienza. Madornale addirittura fare confronti con i Lieder di matrice tedesca, che sono altrettanto meravigliosi: paragonare due generi musicali così diversi per ispirazione e humus culturale è semplicemente insensato e dimostra solo l’ignoranza musicale di chi azzarda l’accostamento.foto
Meno convincente, invece, la prestazione del mezzosoprano Sarah M. Punga, che si è alternata a Secco in alcune arie e l’ha affiancato nei duetti. Benché la natura sia stata generosa con lei – il volume è davvero importante – l’artista ha palesato alcuni limiti che le hanno imposto un’emissione forzata, tutta di fibra. Di conseguenza la linea di canto è risultata accidentata, con qualche slittamento d’intonazione e un vibrato largo abbastanza fastidioso. Fantasiosa la pronuncia, circostanza messa in luce anche dal confronto con Stefano Secco, il quale invece fa della dizione chiarissima uno dei punti di forza.
Il pubblico ha apprezzato con entusiasmo l’esibizione dei due artisti, che hanno regalato anche due bis, di cui uno…mirato (smile): Le ragazze di Trieste e Non ti scordar di me.
Brava Adele D’Aronzo, che ha accompagnato al pianoforte i cantanti.
Alla fine, apprezzatissimo, gli spettatori hanno ricevuto come gadget un compact con una selezione d’arie d’opera che anticipa il prossimo disco di Stefano Secco.
Un saluto a tutti, alla prossima!
OPERACLICK 1.10.15 Recensione al Recital “Crescendo” di Lorenzo De Vecchi
Ci sarà stata anche la Bora, ma si potrebbe pretendere da una delle città “liriche” d’Italia che il Ridotto del suo teatro lirico si riempia per un recital come questo. Stefano Secco non è un nome mondiale della cultura pop, ma certo è un nome mondiale della lirica, e una città che vanta qualche migliaio di abbonati dovrebbe ritrovare la voglia di partecipare a una serata simile. I presenti, comunque, sono usciti molto soddisfatti da un concerto ben concepito nel programma e ben realizzato da un tenore che, da parecchi anni ormai, è una certezza: e sono usciti con un cd in mano, anteprima della sua nuova raccolta di arie dal titolo Crescendo, di prossima uscita. Il recital, realizzato in collaborazione con l’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”, prevedeva arie e duetti del grande repertorio e canzoni di Tosti; insieme con Secco era ospite il mezzosoprano Sarah M. Punga, che a Trieste fu Olga dell’Onegin ben vent’anni fa, giovanissima.
Secco da qualche tempo si sta spostando verso il repertorio lirico spinto e drammatico: si sa, altri successi, una visibilità più ampia, è un balzo che hanno fatto in molti. Ma la sua voce resta ideale nel repertorio lirico puro, nel Verdi giovane, nel repertorio del primo Romanticismo, nonché nelle canzoni di Tosti, interpretate nella serata di giovedì in modo molto elegante. Voce educata, dizione perfetta, musicalità, un accento verdiano impeccabile, fanno di Stefano Secco un cantante che è sempre consolante ascoltare: consolante perché non tradisce, la voce non dà segni di cedimento, il controllo del fiato è da manuale. La pasta vocale forse non è quella a cui siamo abituati (oggi, almeno) per Tosca: in fondo l’interpretazione di «E lucevan le stelle» è stata la meno convincente della serata, anche perché la celebre smorzatura sul la naturale non è venuta benissimo. Dove Secco cerca qualcosa di troppo (succede anche in «Dal più remoto esiglio» dai Due Foscari, forse per questo la cabaletta è stata evitata) l’emissione, in genere così pulita, si sporca appena. Peli nell’uovo, beninteso: così come le vocali chiare leggermente nasali e, se prese dal basso, certe note un po’ stimbrate nella regione acuta per la ricerca di una adeguata copertura del suono. Ma tutto ciò, appunto, a voler indugiare, giacché si tratta di un recital solistico e si può andare nel dettaglio minimo. Per il resto, solo elogi, in particolare per un’interpretazione davvero mirabile del duetto finale da Carmen. Anche in questo caso, manca forse qualcosa nel timbro per un Don Josè ideale: ma, di là dall’esecuzione tecnicamente perfetta, Secco in questo pezzo di chiusura del concerto ha trovato un’intensità e una varietà d’accenti che giustificano la sua scelta di insistere in questo ruolo. Ad affiancarlo nel duetto, e ad alternarsi con lui in alcune arie solistiche, c’era Sarah M. Punga, che verso la fine della serata ha trovato a sua volta i suoi accenti migliori. Performance per il resto non fortunatissima la sua, a causa di un’emissione spesso spinta e di un vibrato non sempre stabile, problemi che andavano a incidere sulla dizione. Il clima gioviale della serata si è arricchito di due bis: un omaggio alla città ospitante con «Le ragazze di Trieste» e, infine, una «Non ti scordar di me» il cui ritmo ternario ha ispirato una breve danza tra i due cantanti, sempre ben accompagnati al pianoforte da Adele D’Aronzo.
Lorenzo De Vecchi.
“Crescendo“: Recital del tenore STEFANO SECCO, con la partecipazione del mezzosoprano SARAH M. PUNGA, al pianoforte Adele D’Aronzo
Comunicato Stampa
E stato presentato questa mattina dal Sovrintendente del Teatro Lirico “G. Verdi di Trieste”, Stefano Pace, e da Elisabetta d’Erme e Giulio Delise dell’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”, il recital “Crescendo“ del tenore Stefano Secco e del mezzosoprano Sarah M. Punga che si terrà giovedì 1° ottobre alle ore 20.00 nella Sala del Ridotto “Victor De Sabata”.
Tenore di fama internazionale, Stefano Secco è uno dei migliori cantanti lirici italiani del momento. Reduce dai suoi recentissimi grandi successi sui palcoscenici dei teatri di Vienna, Seattle, Los Angeles, Verona, Parigi, Venezia, Roma, Torino e Bruxelles, Secco torna a cantare al Teatro Verdi di Trieste, dove nel 2011 aveva brillantemente interpretato Jacopo ne I due Foscari. In questo recital, che porta il titolo del suo primo ‘solo album’ in prossima uscita per la Delos Records, il tenore sarà affiancato dal mezzosoprano Sarah M. Punga, anche lei nota al pubblico triestino per aver interpretato, giovanissima, Olga nell’Eugene Onegin nel 1996. I due artisti verranno accompagnati al pianoforte dal Maestro Adele D’Aronzo.
Il concerto è organizzato in collaborazione con l’Associazione Triestina Amici della Lirica “G. Viozzi”. Il programma include canzoni e romanze di Francesco Paolo Tosti e di Pietro Mascagni, arie e duetti tratti dalle opere di Verdi I Lombardi alla prima crociata, Don Carlo, I due Foscari ed Il Trovatore, dalla Cavalleria Rusticana di Mascagni e dalla Adriana Lecouvreur di Cilea, oltre a brani amatissimi dalla Carmen di Bizet e dalla Tosca di Puccini.
Un evento speciale che promette emozioni indimenticabili, grazie alle straordinarie qualità vocali del tenore Stefano Secco e del mezzosoprano Sarah M. Punga, che – come spesso avviene nei recital dei grandi artisti – hanno in riserbo per il pubblico triestino piacevoli sorprese. Un appuntamento da non perdere, che rinnova per Trieste la tradizione dei grandi recital di canto e si propone come “aperitivo” alla prossima ricca Stagione Lirica 2015/16, che s’inaugurerà a fine ottobre con il Don Giovanni di Mozart.
I prezzi del concerto sono: biglietto intero euro 15,00, ridotto a euro 10,00 per gli abbonati alla Stagione Lirica, per i Soci dell’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi” e per i minori di 26 anni. (In vendita dal 24 settembre alla Biglietteria del Teatro Verdi)
Copie del CD di Stefano Secco Favourite Italian Songs saranno in vendita da mercoledì 30 settembre presso la Libreria Minerva, in Via S. Nicolò 20 dove i due cantanti incontreranno il pubblico dalle 11.00 alle 12.00 di venerdì 2 ottobre.
Per informazioni/foto e interviste:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – 040 6722314 (Teatro Verdi)
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - tel 348 5114277 (Amici della Lirica)
BIOGRAFIE DEGLI ARTISTI
Il tenore Stefano Secco, nato a Milano, dopo lo studio di pianoforte e canto con Alberto Soresina ottiene il diploma di percussioni con Tullio De Piscopo. Dopo le prime esperienze professionali al Teatro Verdi di Sassari e al Teatro dell’Opera di Roma inizia per il giovane tenore una folgorante carriera artistica che lo porterà ad esibirsi sui palcoscenici più prestigiosi del mondo, dal Massimo di Palermo alla Fenice di Venezia, dall’Opéra Bastille di Parigi alla Staatsoper di Vienna, dal Teatro Bol’šoj di Mosca all’Opera di San Francisco, interpretando tra gli altri i ruoli del Duca di Mantova nel Rigoletto, Alfredo nella Traviata, Pinkerton in Madama Butterfly, Edgardo in Lucia di Lammermoor, Nemorino nell’Elisir d’amore, De Grieux nella Manon di Massenet, Gabriele Adorno in Simon Boccanegra, Rodolfo nella Bohème e Riccardo in Un Ballo in Maschera, in un susseguirsi di grandi successi di pubblico e di critica. Seguono i felici debutti in Luisa Miller di Verdi alla Staatsoper di Monaco, nel Faust di Gounod all’Opera di San Francisco, nel ruolo di Osiride in Mosè in Egitto di Rossini e all’Arena di Verona nel ruolo di Roméo in Roméo et Juliette di Gounod. Nel 2011 debutta con grande successo nel ruolo di Jacopo, ne I due Foscari al Teatro Lirico G. Verdi di Trieste. Raccoglie numerosi premi internazionali e di recente canta Simon Boccanegra a Los Angeles diretto dal Maestro Conlon, a fianco di Placido Domingo, I Masnadieri di Verdi a Napoli, Le Contes d’Hoffmann di Offenbach all’Opéra Bastille, Macbeth a Madrid e alla Scala di Milano, Don Carlo a Oviedo, Carmen per la regia di Calixto Bieito alla Fenice, Un Ballo in Maschera a La Monnaie di Bruxelles per la regia della Fura dels Baus, Tosca a Seattle, Palermo e Venezia e Simon Boccanegra e Don Carlo alla Wiener Staatsoper. Dopo il Recital “Crescendo” in programma al Ridotto del Teatro Verdi di Trieste, Stefano Secco canterà nell’Elisir d’amore alla Staatsoper di Vienna, Madama Butterfly a Los Angeles, Werther nella tournèe della Wiener Staatsoper in Oman e Lucia di Lammermoor a Pechino col Mo. V.A. Gergiev. Imminenti due debutti nel ruolo dei titoli: in Stiffelio in una nuova produzione alla Fenice di Venezia e nel Trovatore, nella produzione 2016-17 dell’Opera di Graz. Numerose le sue incisioni discografiche e DVD. In prossima uscita a Natale “Crescendo“, il suo primo ‘solo album’, sotto la direzione del Mo. C. Orbelian, per la casa discografica Delos Records.
Il mezzosoprano Sarah M. Punga, nata in Sardegna ma con origini istriane. Diplomatasi al Conservatorio di Verona ha compiuto parallelamente studi umanistici, continuando quelli musicali all’Accademia Europea sotto la direzione del tenore Carlo Bergonzi. Si è perfeziona a New York e a Milano sotto la guida della Signora Canetti. La sua voce, estesa e duttile, unita ad una non comune presenza scenica le hanno consentito d’essere scelta per produzioni in importanti teatri del mondo, collaborando con registi quali Liliana Cavani, Franco Zeffirelli, Hugo De Ana, Pierluigi Pizzi, Lorenzo Mariani, e direttori d’orchestra quali Alain Lombard, Daniel Oren, Marcello Viotti. Giovanissima vince il Primo Premio Assoluto al concorso internazionale Voci Pucciniane di Milano come mezzosoprano. Sarah M. Punga è un’interprete ideale della Carmen di Bizet, ed ha ricoperto con grandissimo successo il ruolo del titolo in diverse produzioni, come all’Arena di Verona per regia di Zeffirelli, al Festival di Perelada, ad Anversa, a Roma, a Sofia, a Città del Messico e in tournée, al Festival di Bellinzona, a Graz, al Festival di Avenches, a Shanghai con regia di Zhang Yimou. Il suo repertorio e’ vasto e comprende le maggiori opere del suo registro vocale, spaziando sino a ruoli falcon-drammatici sopranili, quali Amneris nell’Aida, Azucena nel Trovatore, Fenena nel Nabucco, Maddalena nel Rigoletto e Santuzza nella Cavalleria Rusticana. Al Teatro Lirico G.Verdi di Trieste e’ stata Olga nell’Evgenij Onegin, interpretazione che le valse l’assegnazione del premio dalla Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi” quale miglior interprete della stagione 1995/6. Ha cantato nei ruoli di Lady Macbeth, Zia Principessa in Suor Angelica, Eboli in Don Carlo, Dalila in Sansone e Dalila, Principessa di Bouillon nell’Adriana Lecouvreur, Laura nella Gioconda, Ulrica in Ballo in Maschera, Charlotte nel Werther, Federica nella Luisa Miller. Oltre alla sua attività concertistica, Sarah M. Punga debutterà come la Giocaste nella Salome al Maggio Fiorentino e sarà Santuzza in una prossima tournée in Messico e Carmen in una nuova produzione a Sofia.
Adele D’Aronzo (pianoforte)
ADELE D’ARONZO
Nata a Benevento, si è diplomata nel 1997 presso il Conservatorio della sua città con il massimo dei voti e la lode. Ha partecipato a corsi di perfezionamento, stages, masterclass con docenti quali Annamaria Pennella, Boris Petrushansky, Felix Ayo. Si è inoltre perfezionata all’Accademia Chigiana di Siena con Joaquín Achúcarro nel 1997 (dove ottiene una speciale borsa di studio riservata ai migliori allievi), nonché alla International Sommerakademie Universitat Mozarteum di Salisburgo con Sergio Perticaroli nel 2001. Nello stesso anno si diploma al Corso Triennale di Alto Perfezionamento presso l’Accademia di Santa Cecilia in Roma sotto la guida di Sergio Perticaroli.
Sin dalla più giovane età, riceve numerosi riconoscimenti in vari concorsi nazionali ed internazionali
Svolge attività concertistica sia come solista che in formazioni cameristiche presso prestigiose istituzioni, quali il Festival Musicale delle Nazioni, la rassegna I concerti del Tempietto, l’Auditorium di Via dei Greci del Conservatorio di Santa Cecilia, la Sala Baldini di Roma, l’Accademia Chigiana di Siena, il Teatro del Sole di Bologna, la Società Umanitaria di Milano (con un recital nel Salone degli Affreschi nel 2004), il festival Piano City Milano, la rassegna Risuonanze – incontri di nuove musiche, ed in vari festival e rassegne ad Ancona, Assisi, Belgrado (Serbia), Benevento, Bologna, Capri, Caserta, Foggia, Frosinone, Napoli, Acqui Terme, Reggio Emilia, Ragusa, Salerno, Salisburgo, Sirmione, Verona, Viterbo, Roma, Pordenone, Trapani, Trieste, Udine, Tokyo, Osaka.
È continuativamente impegnata come interprete di musica di autori contemporanei; ha eseguito opere (spesso a lei dedicate) di compositori quali Sonia Bo, Carlo Boccadoro, Mauro Bonifacio, Gilberto Bosco, Giuseppe Colardo, Giorgio Colombo Taccani, Giampaolo Coral, Fabrizio De Rossi Re, Carlo Galante, Stefano Gervasoni, Paolo Longo, Mio Minamikawa, Mauro Montalbetti, Reiko Morohashi, Noriko Nakamura, Matteo Pittino, Stefano Procaccioli, Alessandro Solbiati, Bruno Zanolini, e molti altri.
Ha partecipato come pianista accompagnatrice a numerosi corsi di perfezionamento, collaborando con docenti quali Rainer Schmidt, i flautisti Giuseppe Nova, Carlo De Matola e Yoshimi Oshima, i cantanti Magda Olivero, Bruna Baglioni, Sergio Bertocchi, il basso-baritono Simone Alaimo, ed altri.
In qualità di maestro collaboratore, ha collaborato con varie istituzioni nazionali, tra cui il Teatro Verdi di Sassari ,il coro dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, il teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria, il teatro Verdi di Salerno, il teatro di Tradizione “Luglio Musicale Trapanese”. Attualmente è Maestro collaboratore di sala presso la Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste e alla Fondazione Lirica Arena di Verona.
In tali contesti ha collaborato con numerosissimi artisti, tra cui i direttori d’orchestra Marco Armiliato, Bruno Campanella, Frédéric Chaslin, Myung-Whun Chung, Roberto Gabbiani, Reynald Giovaninetti, Gianluigi Gelmetti, Daniel Harding, Will Humburg, Gérard Korsten, Ori Leshman, Steven Mercurio, Daniel Oren, Renato Palumbo, Donato Renzetti, Nello Santi, Tiziano Severini, Claudio Scimone; tra i cantanti, Renato Bruson, Fiorenza Cedolins, Bruno De Simone, Luciana D’Intino, Placido Domingo, Raina Kabaiwanska, Nino Machaidze, Annick Massis, Eva Mei, Francesco Meli, Elena Mosuc, Amarilli Nizza, Leo Nucci, Ruggero Raimondi, Stefano Secco, Antonino Siragusa, Dimitra Theodossiou, e molti altri.
Hanno scritto recentemente di Stefano Secco:
Concerto commemorazione Mario Del Monaco – Opera di Firenze (12 Settembre 2015):
“Stefano Secco è nella mia opinione uno dei tenori, anzi dei cantanti, più tecnicamente preparati attualmente in circolazione. Il suono totalmente “avanti” immascheratissimo, una tecnica respiratoria da manuale e una fonazione sul fiato senza frizione alcuna di gola gli permettono di emettere suoni omogenei in tutta l’estensione, piuttosto notevole anche nel registro sovracuto, sebbene il repertorio verso cui ormai si è orientato non gli dia l’occasione di sfoggiarla. Questa emissione tutta avanti è il motivo per cui il registro acuto di Secco è ricchissimo di armonici. Secco ha offerto una delle migliori “E lucevan le stelle” che io abbia ascoltato negli ultimi anni, grazie a un esperto dosaggio dei fiati, la capacità di smorzare nel passaggio di registro e all’astensione da ogni effettaccio veristico.” (GB OPERA Magazine)
Un Ballo in Maschera – Le Monnaie – Bruxelles (Maggio 2015):
“……..Stefano Secco campe un Gustav III plein d’autorité et de majesté. Doté d’une voix assez riche, il possède un medium très sonore qui lui permet de bien asseoir l’émission dans toutes les tessitures, au profit d’une belle homogénéité du timbre…” (Forum Opéra)
Lucia di Lammermoor – Teatro dell’Opera di Roma (Aprile 2015):
“Ci piace ricordare il tenore Stefano Secco, autentica voce italiana, che ha cantato ‘Tombe degli avi miei” in tono e non abbassata, egli sarà il miglior tenore lirico nei prossimi anni.” (PAOLO ISOTTA, Corriere della Sera)
Don Carlo – Wiener Staatsoper – (Gennaio 2015):
“Una serata di debutti e di ridistribuzione e tuttavia con molto successo. Come Don Carlo, Stefano Secco (come prima nel Simone) ha cantato la parte di Ramon Vargas ed è stato un arricchimento assoluto. La sua voce è davvero ideale per i momenti belli in piano e fraseggio accattivante con acuti impressionanti nel potente forte. La voce non è mai forzata e coperta.” (Der neue Merker – Wien)