27 giugno 2018 – ore 20.00 Auditorium del Museo Revoltella - Trieste Joyce School
– Conferenza del Maestro Pedro Halffter Caro che parlerà de La Traviata e del suo poema sinfonico “Thank you Mr Joyce!"
“There is music everywhere” assicura Bloom, ineffabile protagonista dell'Ulisse, e proprio “perché lo scrittore irlandese ha messo la musica al primo posto in tutta la sua opera” che il Maestro Pedro Halffter Caro gli ha dedicato la sua composizione Thank you Mr. Joyce. Nato nel 1971 a Madrid, direttore, compositore, direttore artistico del Teatro de la Maestranza a Siviglia e discendente da una celebre famiglia di musicisti e compositori spagnoli, Pedro Halffter Caro, che in questi giorni sta dirigendo La traviata al Teatro Verdi, mercoledì 27 giugno sarà ospite d'onore della Trieste Joyce School (24/30 giugno) all'Auditorium del Museo Revoltella, dove alle ore 20 terrà una conferenza-concerto.
Maestro, quando e dove è nata l'ispirazione per la sua piece Thank you Mr. Joyce?
Era gennaio 2017, stavo lavorando al Verdi al Flauto Magico. Soffiava la bora e un giorno era così violenta che, tornando in albergo, anziché fare la strada usuale percorsi il canale e mi trovai di fronte la statua di Joyce. Fu allora che ebbi l'ispirazione per una composizione legata a Trieste e a Joyce, che doveva dare l'idea del mare e del vento, elementi che ritroviamo anche nell'Ulisse. A Trieste associo la tonalità del re bemolle maggiore, la stessa di La Mer di Debussy. L'altro suono è quello della Bora, con la sua voce quasi umana, nella mia orchestra sono i fiati con crescendi e diminuendi che ne imitano la sonorità che, in verità, fa paura.
Nell'opera di Joyce i riferimenti musicali sono innumerevoli e letteralmente intessuti nel testo...
Non volevo scrivere un poema sinfonico o una riproduzione musicale del testo. Il sottotitolo della composizione è Anamorfosis del 16 giugno 1904 per Orchestra. In pittura l'anamorfismo è un effetto di illusione ottica. Nel mio caso è come se la partitura, la musica non esistessero, se non quando si suona. Esattamente come il personaggio di Bloom esiste solo quando lo immaginiamo.
La figura di Bloom nasce nella mitteleuropa... come il compositore boemo Gustav Mahler....
Nel mio pezzo c'è anche molta ispirazione mahleriana, perché tra Mahler e Bloom ho trovato tante corrispondenze, entrambi “contemporanei”, di origini ebraiche poi convertiti al cattolicesimo e mai integrati nella società. Tutti e due avevano una moglie artista che li tradisce con altri uomini. Insomma, anche Alma Mahler, come Molly con Leopold, si rifiutava di avere rapporti sessuali col marito.... questo tema è stato la fonte d'ispirazione principale. Per Leopold il tradimento è un'ossessione e fonte di dolore, questo dolore nella mia musica è un momento algido, che ho descritto pensando al momento in cui nel romanzo Bloom è cosciente che in quell'istante Molly è a letto col suo agente, Blazes Boylan. La descrizione è quasi cinematografica, è un momento terribile, che fa male.
Non le piacerebbe scrivere un'opera lirica ispirata all'Ulisse ?
Vorrei scrivere un'opera sull'Ulisse e ho già contatti con vari teatri internazionali. Poiché il testo è molto complesso vorrei farne una tetralogia. Sono orgoglioso di comunicare questa notizia al giornale per il quale Joyce scriveva mentre viveva a Trieste. Naturalmente sarà in lingua inglese su mio libretto. Ho già in mente il prologo!
Com'è la sua Traviata, opera che ebbe anche grande importanza nella biografia di Joyce?
Verdi risponde alla parte italiana della mia anima. Mia madre, Marita Caro, era di origine italiana, è morta dopo una lunga malattia a dicembre. Ho avuto una difficoltà estrema con lo studio della Traviata e dirigere questa opera è estremamente difficile, specialmente il terzo atto. Mi scatena una emozione terribile, perché è con lei che ho iniziato a fare musica. Ho studiato in profondità il manoscritto originale e ho lavorato sui passaggi che Verdi andava correggendo e ripensando, come le indicazioni ai cantanti dove far attenzione alla legatura, all'appoggiatura, alla vocalità … quante volte scrive “con espressione”. Nell'aria “Di Provenza” quasi ogni nota ha una indicazione!! Ricorda Schoenberg. Per Verdi quest'aria è essenziale, come il dialogo tra Germont e Violetta. Pensiamo a quando le dice “Piangi, piangi...” come deve essere letto? come un presente nominativo o come un imperativo? Papà Germont qui è terribile e siamo fortunati ad avere in questa produzione ottimi interpreti.
Elisabetta d'Erme
“There is music everywhere” assicura Bloom, ineffabile protagonista dell'Ulisse, e proprio “perché lo scrittore irlandese ha messo la musica al primo posto in tutta la sua opera” che il Maestro Pedro Halffter Caro gli ha dedicato la sua composizione Thank you Mr. Joyce. Nato nel 1971 a Madrid, direttore, compositore, direttore artistico del Teatro de la Maestranza a Siviglia e discendente da una celebre famiglia di musicisti e compositori spagnoli, Pedro Halffter Caro, che in questi giorni sta dirigendo La traviata al Teatro Verdi, mercoledì 27 giugno sarà ospite d'onore della Trieste Joyce School (24/30 giugno) all'Auditorium del Museo Revoltella, dove alle ore 20 terrà una conferenza-concerto.
Maestro, quando e dove è nata l'ispirazione per la sua piece Thank you Mr. Joyce?
Era gennaio 2017, stavo lavorando al Verdi al Flauto Magico. Soffiava la bora e un giorno era così violenta che, tornando in albergo, anziché fare la strada usuale percorsi il canale e mi trovai di fronte la statua di Joyce. Fu allora che ebbi l'ispirazione per una composizione legata a Trieste e a Joyce, che doveva dare l'idea del mare e del vento, elementi che ritroviamo anche nell'Ulisse. A Trieste associo la tonalità del re bemolle maggiore, la stessa di La Mer di Debussy. L'altro suono è quello della Bora, con la sua voce quasi umana, nella mia orchestra sono i fiati con crescendi e diminuendi che ne imitano la sonorità che, in verità, fa paura.
Nell'opera di Joyce i riferimenti musicali sono innumerevoli e letteralmente intessuti nel testo...
Non volevo scrivere un poema sinfonico o una riproduzione musicale del testo. Il sottotitolo della composizione è Anamorfosis del 16 giugno 1904 per Orchestra. In pittura l'anamorfismo è un effetto di illusione ottica. Nel mio caso è come se la partitura, la musica non esistessero, se non quando si suona. Esattamente come il personaggio di Bloom esiste solo quando lo immaginiamo.
La figura di Bloom nasce nella mitteleuropa... come il compositore boemo Gustav Mahler....
Nel mio pezzo c'è anche molta ispirazione mahleriana, perché tra Mahler e Bloom ho trovato tante corrispondenze, entrambi “contemporanei”, di origini ebraiche poi convertiti al cattolicesimo e mai integrati nella società. Tutti e due avevano una moglie artista che li tradisce con altri uomini. Insomma, anche Alma Mahler, come Molly con Leopold, si rifiutava di avere rapporti sessuali col marito.... questo tema è stato la fonte d'ispirazione principale. Per Leopold il tradimento è un'ossessione e fonte di dolore, questo dolore nella mia musica è un momento algido, che ho descritto pensando al momento in cui nel romanzo Bloom è cosciente che in quell'istante Molly è a letto col suo agente, Blazes Boylan. La descrizione è quasi cinematografica, è un momento terribile, che fa male.
Non le piacerebbe scrivere un'opera lirica ispirata all'Ulisse ?
Vorrei scrivere un'opera sull'Ulisse e ho già contatti con vari teatri internazionali. Poiché il testo è molto complesso vorrei farne una tetralogia. Sono orgoglioso di comunicare questa notizia al giornale per il quale Joyce scriveva mentre viveva a Trieste. Naturalmente sarà in lingua inglese su mio libretto. Ho già in mente il prologo!
Com'è la sua Traviata, opera che ebbe anche grande importanza nella biografia di Joyce?
Verdi risponde alla parte italiana della mia anima. Mia madre, Marita Caro, era di origine italiana, è morta dopo una lunga malattia a dicembre. Ho avuto una difficoltà estrema con lo studio della Traviata e dirigere questa opera è estremamente difficile, specialmente il terzo atto. Mi scatena una emozione terribile, perché è con lei che ho iniziato a fare musica. Ho studiato in profondità il manoscritto originale e ho lavorato sui passaggi che Verdi andava correggendo e ripensando, come le indicazioni ai cantanti dove far attenzione alla legatura, all'appoggiatura, alla vocalità … quante volte scrive “con espressione”. Nell'aria “Di Provenza” quasi ogni nota ha una indicazione!! Ricorda Schoenberg. Per Verdi quest'aria è essenziale, come il dialogo tra Germont e Violetta. Pensiamo a quando le dice “Piangi, piangi...” come deve essere letto? come un presente nominativo o come un imperativo? Papà Germont qui è terribile e siamo fortunati ad avere in questa produzione ottimi interpreti.
Elisabetta d'Erme