Lunedì 22 Maggio 2023 – ore 17.30 - Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”: Il Modernismo in Gran Bretagna, tra musica e letteratura. I Sitwell ed i compositori William Walton, Constant Lambert, Lord Berners e Benjamin Britten - a cura di Elisabetta d'Erme
Tra gli anni '20 e '50 del XX Secolo, in Gran Bretagna si registrò un fruttifero incontro tra la musica e la sperimentazione letteraria di autori come i fratelli Sitwell: Edith (1887-1964), Osbert (1892-1969) e Sacheverell (1897-1988), o come Edward Morgan Forster (1879/1970) o Wystan Hugh Auden (1097/1973), che si trovarono a collaborare attivamente con giovani compositori che avrebbero cambiato le sorti della musica classica britannica. Pensiamo in particolare a William Walton (1902/1983) a Benjamin Britten (1913/1976), ma anche a Constant Lambert (1905/1951) o ad un personaggio eclettico come Lord Berners (1883/1950).
Si potrebbe dire che la nascita di quella rivoluzione musicale sia stata favorita da Edith Sitwell e dai suoi due fratelli, autori di poesie, racconti, saggi, libri di viaggio e autobiografie, che - con i loro exploit artistici - caratterizzarono la scena letteraria britannica negli anni 20'/30 in contrapposizione ai convenzionali poeti “georgiani” e all'avanguardistico Gruppo di Bloomsbury. I Sitwell cercarono da subito un succès de scandale, prima con il lancio della rivista “Wheels” (1916-1921) e poi con la performance Façade, An Entertainment , che andò in scena a Londra all'Aeolian Hall nel 1923, scatenando le ire della borghesia che avrebbe dovuto épater. In quello spettacolo, Edith Sitwell, nascosta dietro un sipario decorato da maschere, recitava le sue poesie su accompagnamento della musica parodistica del giovane compositoreWilliam Walton, che era stato letteralmente scoperto e “adottato” dai tre fratelli. Il tutto era amplificato da una specie di megafono chiamato Sengerphone. (Un esperimento sulla scia di quanto andavano già facendo in Francia Jean Cocteau e Francis Poulenc). L'iniziale accompagnamento strumentale prevedeva un flauto, clarinetto, sassofono, tromba, percussioni e un violoncello.
Nel tempo Façade ebbe un successo enorme, William Walton ne scrisse diverse versioni, ed anche due suite per orchestra. L'altra importante collaborazione di Walton con i Sitwell fu la cantata Belshazzar's Feast (1931), commissionata dalla BBC per piccolo coro, orchestra e soli. Osbert ne scrisse il testo, basandosi su versi tratti dal Vecchio Testamento e dal Libro della Rivelazione.
I Sitwell erano discendenti di una ricca e nobile famiglia britannica e nutrivano irrefrenabili ambizioni letterarie, non mitigate dall'auto-indulgenza e dal loro snobistico dilettantismo. Furono degli esteti, esaltarono il barocco, le figure della Commedia dell'Arte ed i Ballets Russes.
Sacheverell Sitwell, oltre a divagazioni sulla storia dell'arte, scrisse il balletto The Triumph of Neptune (1926) per la compagnia di Sergej Diaghilev su musiche di Lord Berners (Gerald Hugh Tyrwhitt-Wilson, XIV barone Berners, anche noto come Gerald Tyrwhitt era anche romanziere, pittore ed esteta). Mentre Constant Lambert, compositore che morì alcolizzato a soli 46 anni, di Sacheverell Sitwell musicò il poema Rio Grande (1926), per contralto, coro, piano, ottoni, archi e una sezione di 15 strumenti a percussione, tra i primi esperimenti di jazz sinfonico.
Negli anni '30, il mondo letterario britannico si rivoltò contro i presuntuosi Sitwell. Era l'epoca dei “new-left-wing poets”: Auden, Spender, Day Lewis o Isherwood e sulla scena musicale appariva una nuova stella, Benjamin Britten, che fin dall'inizio collaborò con Auden non solo all'opera giovanile Paul Bunyan (1941) ma anche a musiche per film, TV, opere teatrali o trasposizioni su testi specificamente creati dal poeta per il compositore come The Hymn to St Cecilia (1942). L'autore di “Viaggio in India”, E.M. Foster, scrisse invece il libretto per l'opera Billy Budd (1951). Britten nel 1954 inserì tra i suoi Canticles anche l'insuperato poema di Edith Sitwell Still Falls the Rain, stabilendo così un rapporto di lavoro con l'anziana poetessa. Grazie alla sua inquietante presenza fisica, Edith era ormai diventata un'opera d'arte vivente: alta, un lungo naso aquilino, vestiva antichi tessuti damascati, il capo fasciato di turbanti, le dita irte di enormi anelli e pesanti collane etniche attorno al collo.
Oggi - più che per la loro produzione letteraria- i Sitwell sono ricordati come icone di una certa cultura britannica, e come tali vennero immortalati dagli artisti dell'epoca, in primis dal fotografo Cecil Beaton. Ma attraverso le loro opere possiamo ricostruire un fantastico mondo musicale, oggi poco noto, ma che offre sonorità interessantissime.