“CENERENTOLA” Conversazione con ascolti - 4 aprile 2016 - La guida all’ascolto dell’opera, col supporto di esempi musicali e video, sarà curata da EURO GASPARI e da OSCAR CECCHI.
Lunedì 4 APRILE, alle ore 17.30, nell’ambito dei “Lunedì dello Schmidl”, il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, in collaborazione con l’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”, propone una guida all’ascolto di CENERENTOLA, opera in cartellone al Teatro Lirico G. Verdi di Trieste dall’8 al 16 aprile. La guida all’ascolto dell’opera, col supporto di esempi musicali e video, sarà curata da EURO GASPARI e da OSCAR CECCHI.
La Cenerentola, ossia La Bontà in trionfo, dramma giocoso in due atti su libretto di Giacomo Ferretti, fu rappresentata per la prima volta al Teatro Valle di Roma il 25 gennaio 1817.
Esecutori furono Giacomo Guglielmi (Ramiro), Giuseppe De Begnis (Dandini), Andrea Verni (Don Magnifico), Caterina Rossi (Clorinda), Teresa Mariani (Tisbe), Geltrude Righetti-Giorgi (Angelina-Cenerentola), Zenobio Vitarelli (Alidoro).
Il soggetto è tratto da Cendrillon ou la petite pantoufle di Charles Perrault, con elementi dei libretti Cendrillon di Charles-Guillaume Etienne e Agatina, o la Virtù premiata di Felice Romani. Per la replica del Carnevale 1821 al Teatro Apollo di Roma, Rossini scrisse l’aria di Alidoro.
«Stanco dal proporre e mezzo cascante dal sonno, sibilai in mezzo a uno sbadiglio: ‘Cendrillon’. Rossini che, per esser meglio concentrato, si era posto a letto, rizzatosi su come il Farinata dell’Alighieri: ‘Avresti tu core scrivermi Cendrillon?’, mi disse: ed io a lui di rimando: ‘E tu di metterla in musica?’, ed egli: ‘Quando il programma?’, ed io ‘…a dispetto del sonno, domani mattina’, e Rossini: ‘Buona notte!’».
Così Jacopo Ferretti, nelle sue Memorie, ricorda la notte in cui Rossini decise di porre in musica la favola di Cenerentola. Mancavano due giorni al Natale 1816 e il compositore, che si era impegnato con il Teatro Valle di Roma a scrivere una nuova opera per il prossimo carnevale, si trovava in gravi difficoltà perché la censura pontificia aveva bocciato il previsto soggetto di Ninetta alla corte, una delle «meno morali commedie del teatro francese», come ci ricorda lo stesso Ferretti. In quella ‘tempestosa’ notte, Rossini si trovò quindi in tutta fretta a scegliere, insieme al librettista e all’impresario Cartoni, un nuovo argomento. La scelta cadde su Cendrillon ou La petite pantoufle, la celeberrima fiaba di Perrault, uno dei miti più diffusi al mondo. Le trasformazioni e il riscatto sociale dell’innocente fanciulla sono infatti argomento, pur sotto forme e varianti diverse, anche di racconti greci, egizi e cinesi, nonché dell’altrettanto celebre versione dei fratelli Grimm. È noto come Rossini e Ferretti abbiano eliminato dal racconto qualsiasi implicazione magica e fiabesca: forse la dimensione del meraviglioso non piaceva al pubblico romano dell’epoca, o forse Rossini non la sentiva, in quel momento, congeniale alla sua ispirazione. Di fatto nel libretto del Ferretti non appare il fondamentale personaggio della fata, né l’incantesimo che permette a Cenerentola di presentarsi al ballo magnificamente vestita. E, soprattutto, non si fa nemmeno menzione della promessa che costringe la fanciulla a fuggire, allo scoccare della mezzanotte, dalle braccia del principe perdendo la fatale scarpetta. In Rossini la scarpetta viene sostituita da uno «smaniglio», un braccialetto che Cenerentola, forse non senza malizia, affida al principe affinché la possa più facilmente ritrovare.