Racconta l'Opera: Boris Godunov

LUNEDI' 3 FEBBRAIO 2020 – ORE 16 e ORE 18 Palazzo Gopcevich – BORIS GODUNOV di M.P. Musorgskij a cura di Rossana Paliaga (musicologa)

 

RACCONTA L’OPERA : ‘BORIS GODUNOV’ Lunedì 3 febbraio 2020 ore 16, con replica ore 18

Quarto appuntamento con ‘RACCONTA L’OPERA’ Ciclo di conversazioni con ascolti a cura dell’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”

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Lunedì 3 febbraio 2020, alle ore 16 e con replica alle ore 18, per il cartellone dei “Lunedì dello Schmidl” è dedicato a “BORIS GODUNOV” di Modest Petrovic Musorgskij il quarto appuntamento con “RACCONTA L’OPERA”, il nuovo ciclo di guide all’ascolto delle opere in scena al Teatro Verdi di Trieste. L’iniziativa si svolge nel segno della consolidata collaborazione tra il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, l’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi” e la Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”.

L’opera, nella messinscena firmata da Yurii Victorovych Chaika per la regia storica e da Victoria Chernova per la regia teatrale e movimenti scenici (scene e costumi storici Anatoly Arefev) e nella produzione del Dnepropetrovsk Academic Opera and Ballet Theater di Dnipro, Orchestra Coro e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste con la partecipazione del Coro e del Corpo di Ballo del Dnepropetrovsk Academic Opera and Ballet Theater di Dnipro e del Coro “I Piccoli Cantori della Città di Trieste” (diretti dal Maestro Cristina Semeraro), sarà in scena dal 7 al 15 febbraio al “Verdi” di Trieste per la direzione musicale del Maestro Alexander Anissimov, maestro del Coro Francesca Tosi.

Allo “Schmidl” sarà la musicologa Rossana Paliaga a raccontare l’opera del compositore russo, avvalendosi anche di esempi musicali e video. 

L’opera, classificata come dramma epico in un prologo e quattro atti, è tratta dall’omonimo dramma di Alexandr Sergeevic Puskin e dalla ‘Storia dello stato russo’ di Nikolaj Michajlovic Karamzin e conta ufficialmente ben quattro versioni ufficiali, due di Musorgskij e due di Rimskij-Korsakov. E’ l’unica opera lirica completata da Musorgskij e viene considerata il suo capolavoro oltre a essere, ovviamente, una pietra miliare della scuola russa ottocentesca, in grado di influenzare anche la musica europea di inizi Novecento. Relativamente alla parte letteraria va detto che Puskin basò il suo dramma sul personaggio storico di Boris Godunov traendo grande ispirazione soprattutto dall’Amleto di Shakespeare mentre per una migliore comprensione della trama operistica gioverebbe conoscere gli eventi storici relativi al cosiddetto ‘periodo dei torbidi’ ovvero quel periodo di interregno, guerre e disordini che caratterizzo’ la storia russa dalla fine della dinastia dei Rurikidi (1598) fino all’avvento della dinastia dei Romanov (1613).

Sicuramente il soggetto porta in scena uno dei più bizzarri episodi della storia russa tra Cinque/Seicento. Boris Godunov, cognato e primo ministro dello zar Fedor, figlio di Ivan, ha assassinato il giovane Dmitrij, fratellastro ed erede dello zar e, alla morte di costui, Boris che ha commesso l’omicidio al solo scopo di conquistare il potere, si fa acclamare dal popolo e ascende al trono. Ma più o meno nello stesso momento un giovane monaco di nome Grigorij fugge dal monastero, getta la tonaca alle ortiche e si reca in Polonia, dove si fa passare per lo scomparso zarevic Dmitrij ed è ricevuto con grande cordialità dal governo, dati i vantaggi che potrebbero derivargliene. Ben presto il finto Dmitrij, che ha sposato la figlia del voivoda di Sandomir, si mette alla testa dell’esercito polacco e marcia con questo contro la Russia. Proprio allora si apprende della morte di Boris e il falso Dmitrij, traendo vantaggio dalle circostanze, usurpa a sua volta il potere.

Dal punto di vista della realtà storica fu il figlio di Boris – Fedor – a venire assassinato e sua figlia Xenia divenne l’amante di Dmitrij. Ma questi non rimase al potere per molto tempo in quanto venne deposto e ucciso da Sujskij che regnò al suo posto. La storia ha assolto Boris dall’omicidio di Dmitrij mentre marchia come ambizioso e crudele lo zar Sujskij; riguardo alla protagonista Maryna Mniszech, nobile polacca, sembra che verità teatrale e storica coincidano : dopo la morte di Dmitrij divenne la moglie dell’ennesimo pretendente al trono, nel quale affermava di riconoscere il marito perduto. 

In Italia la prima rappresentazione avvenne nel 1909 al Teatro Alla Scala con la direzione di Arturo Toscanini e, in seguito, ebbe una buona diffusione per tutti gli Anni Trenta nella versione di Rimskij-Korsakov, con un adattamento italiano al testo originale ricavato dalla prima edizione critica del 1928, manipolato piuttosto pesantemente in quanto la contrapposizione tra la sete di potere dell’ambiziosa Marina e le mire dell’avventuriero Grigorij venne ridotta a una banale storia d’amore e il tentativo finale di ribellione popolare veniva addolcito quando non eliminato del tutto, facendo concludere la storia con la morte dello zar. Infine – curiosità esecutiva- non di rado tutti gli interpreti cantavano in italiano mentre il solo Boris cantava in russo. 

L’ingresso alla manifestazione è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Patrizia Ferialdi per

Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”

Trieste, 25 gennaio 2020

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